Sorge in Piazza della Repubblica, di fronte alla Cattedrale di San Feliciano. La struttura è una ristrutturazione dei precedenti palazzi pubblici costruiti dal secolo XIII secolo, del Podestà, dei Priori e del Capitano del Popolo, ristrutturati una prima volta già negli anni Venti del Quattrocento; la successiva ristrutturazione cinquecentesca dei palazzi dei Priori e del Capitano portò all’unificazione delle due distinte strutture in un unico corpo che forma l’attuale Palazzo Comunale. Altra fase di intervento tra il 1546 e il 1565, su progetto dell’architetto Scarscioni, ed, ancora, tra il 1629 e il 1642. Restauri alla facciata furono necessari in seguito al terremoto del 1832: tra il 1835 e il 1838 venne costruito il colonnato neoclassico che dà vita al prospetto attuale, realizzato su progetto dell’architetto maceratese Antonio Mollari ed eseguito da Francesco Boschi di Perugia.

L’attuale aspetto neoclassico è caratterizzato da due fianchi laterali e un avancorpo centrale dove, su cinque archi a tutto sesto, poggiano un parapetto in travertino e sei colonne ioniche che sorreggono la cimasa con l’incisione S.P.Q.F. (Senatus Populusque Fulginei). In alto spicca la torre merlata di epoca medioevale, fortemente rimaneggiata nel corso dei vari restauri, in particolare nel secolo XVI nella sua parte sommitale, sormontata da una lanterna che culmina con il simbolo di Foligno: il Giglio. Il crollo della struttura apicale della torre, il famoso “torrino” del Palazzo Comunale, è divenuto il simbolo della città scossa dal sisma del 1997.

L’orologio che attualmente si trova sulla facciata risale al 1909 ed è stato costruito dalla ditta Cesare Fontana di Milano .

Per quanto riguarda gli interni, sulle pareti dell’androne sono visibili due lapidi, collocate dal Comune nel 1612, in cui sono state incise le principali misure lineari adottate a Foligno. Nel cortile si può ammirare il pozzo cinquecentesco sulla cui vera si legge un’iscrizione che ricorda i nomi dei sei priori che componevano il Magistrato comunale del bimestre settembre-ottobre 1567.

Nel mezzanino è collocato il dipinto della Madonna del Velo (XVI secolo).

Al primo piano, nello strombo della finestra che si trova alla fine delle scale, tre immagini dipinte entro una finta architettura: San Feliciano a sinistra, il beato Pietro Crisci a destra e in alto una colomba, simbolo dello Spirito Santo.

Sullo stesso piano troviamo la porta principale di accesso alla sala del Consiglio Comunale, sopra la quale campeggia l’iscrizione: PVB. CO CORDIA NIHIL UTILIUS (niente è più utile della pubblica concordia).

I dipinti della Sala del Consiglio Comunale, eseguiti tra il 1883 e il 1887, sono opera di Mariano Piervittori (1815 – 1888). Al centro della volta a padiglione sono quattro figure femminili, allegorie della Sapienza trionfante, della Forza, della Prudenza, della Giustizia. Fra le vele, allegorie delle Arti, Scienze e Tecniche. Fra queste dodici figure femminili merita un cenno a parte la Storia, in quanto viene effigiata con un cartiglio in mano nel quale sono scritti il nome del committente e la data di decorazione della volta. Nelle sottostanti lunette, i ritratti, entro clipei, di sedici folignati illustri (Gentile da Fabriano, Ugolino e Corrado Trinci, Niccolò Alunno, Pierantonio Mezzastris, Emiliano Orfini, Petronio Barbati, Sigismondo de’ Comitibus, Francesco Jacobilli, Viviano Cirocchi, Ludovico Jacobilli, Francesco Fulginei, Sante Ferroni, Feliciano Scarpellini, Caterina Scarpellini, Antonio Rutili Gentili). Sulle pareti, entro ricchi arazzi, tre grandi quadri storici: sulla parete nord, L’arrivo di Federico II giovinetto a Foligno (1198); sulla prospiciente parete corta Il folignate conte Robbacastelli eletto generale dai Milanesi respinge al ponte di Cassano d’Adda l’esercito di Federico I Barbarossa (1158),episodio tratto dal Compendio della Storia di Foligno del Bragazzi; sulla parete lunga La morte di Colomba Antonietti, il 13 giugno 1849, sulle mura di San Pancrazio, a Roma, combattendo contro i Francesi in difesa della Repubblica Romana.

Dalla loggia si accede agli ambienti usati come uffici comunali.

A sinistra del vestibolo si aprono le cosiddette sale dei paesaggi, tre ambienti posti l’uno di seguito all’altro, che formano un nucleo a sé stante all’interno del Palazzo.

Lungo la galleria, si apre a destra la Sala delle armi, così chiamata perchè sulla parte alta delle pareti e sulla volta sono rappresentati le armi o gli stemmi delle famiglie nobili di Foligno,completati da cartigli in cui è scritto il cognome. Al centro della volta campeggia il Giglio simbolo della città di Foligno. L’opera fu commissionata dall’abate Alessandro Barnabò nel 1760 a un autore rimasto ignoto.

Adiacente a quella delle armi è laSala delle arti e dei mestieri, ex sala rossa, che attualmente rappresenta un’allegoria del Progresso e del Lavoro realizzata nel 1947 da Ugo Scaramucci. Precedentemente era stata decorata da Benvenuto Crispoldi che aveva dipinto nelle vele le allegorie dal titolo: Bellezza della vita, Matrimonio, Famiglia, Patria, lavori distrutti durante il bombardamento del 1944.

Mappa

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