Si tratta di uno dei più importanti complessi architettonici privati della Foligno del Settecento, attualmente sede dell’Ente Giostra della Quintana.

Eretto tra 1780 e 1797 dai Brunetti, l’edificio è frutto di una ristrutturazione eseguita su progetto dell’architetto folignate Filippo Neri. Della precedente costruzione restano alcuni locali terranei e le iscrizioni sugli architravi di due porte lungo l’attuale ingresso, riferibili al XVII secolo. Il palazzo divenne poi proprietà dei Candiotti prima e dei Regazzoni poi per divenire, dal 1918, proprietà del Comune.

L’edificio si articola su tre piani e un sottotetto. Il piano nobile presenta l’assetto decorativo più complesso. Qui sono presenti la prima, la seconda e la terza sala di Agar, la sala dell’Aurora e la sala di Erminia, il salone centrale, in cui si sviluppa il massimo sviluppo decorativo del palazzo (mosaici su fondo dorato, fasce verticali, riquadrature, trofei di armi, strumenti musicali, tele con vedute fantastiche e, sulla volta, una complessa scena non ancora interpretata), la sala del Trionfo di Amore e l’attigua sala di Orfeo.

Gli autori di questo vasto complesso pittorico e scenografico, che combina con eleganza l’uso di tempere su muro e quello di olii su tela, non è attestato da alcuna fonte, ma Vittorio Casale, lo storico dell’arte che ha studiato tali cicli pittorici, avanza due proposte: Tommaso Bottazzi come decoratore e il folignate Francesco Pizzoni come autore delle tele.

Nelle lunette del portico alcune iscrizioni ricordano il soggiorno di Umberto I (1899) e di altri principi di casa Savoia e lo storico avvenimento della firma dell’armistizio (18 febbraio 1801) tra la Francia repubblicana e il regno di Napoli.

Oggi è sede dell`Ente Giostra della Quintana di Foligno.

Accessibilità

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