Sorge a circa un chilometro dalla frazione di Rasiglia, nell’alta Valle del Menotre.

La sua fondazione risale al 15 agosto 1450, quando il parroco di Rasiglia ottenne dal Vescovo di Foligno di erigere una chiesa da intitolare alla Vergine a Maragone, nei pressi del fosso Terminara, dove sarebbe stata scoperta una statua in terracotta della Madonna con il Bambino, rinvenuta oltre i confini della parrocchia di Rasiglia, in territorio di giurisdizione della diocesi di Spoleto (cosa che provocò diatribe tra Rasiglia e la vicina Verchiano).

Al santuario, costruito al di là dell’anfratto della roccia dove sarebbe stata scoperta la statua, fu dato dapprima l’appellativo di “Madonna della Misericordia” e in seguito, per via delle grazie ricevute dalla popolazione durante il periodo della peste, quello di “Madonna delle Grazie”.

Sulla facciata principale e sul lato sinistro del santuario sorge un porticato sotto al quale si svolgevano fiere in occasione di feste e processioni.

La chiesa, ad una navata, presenta forma rettangolare ed un solo altare sopra il quale è collocata l’immagine della Madonna. Nella cripta è la statua di terracotta raffigurante la Madonna in ginocchio adorante il Bambino alla quale fu dedicato il culto fino al 700, quando venne sostituita con la statua in legno, posta sopra l’altare.

Le pareti del Santuario sono coperte da diversi affreschi votivi, riconducibili ai maestri folignati del XV secolo. L’affresco più antico, datato 1454 è collocato come ultimo sulla parete di destra e rappresenta la Madonna della Misericordia che protegge i fedeli dalla peste.

Degni di nota sono diversi affreschi: l’Angelo della pace che assiste due guerrieri che si abbracciano, al centro della parete sinistra, attribuito a Bartolomeo di Tommaso; S. Sebastiano, S. Amico di Rambona, S. Antonio Abate, S. Pietro, S. Lucia, S. Nicola da Tolentino e S. Gottardo e un S. Cristoforo, al di sopra della porta di ingresso.

Sulla destra dell’altare è collocata la sagrestia, dalla quale si raggiunge la “casa dell’eremita”, custode del Santuario. Sul lato destro della chiesa troviamo la “Saletta dell’eremita”, fatta costruire dall’eremita Quinto Giuliani nel 1938, che presenta una serie di bifore con colonnine in cotto sorrette da una base a forma di elefante.

Il campanile che sovrasta la Saletta è a vela, con due finestre ad arco e due campane di piccole dimensioni, collocabili agli inizi del 1600.

Usciti dalla Saletta, si attraversa ciò che un tempo era l’”orto dell’eremita” e si giunge alla “Casa del Pellegrino” o “Casa della Gioventù”, iniziata nel 1956 per volontà di don Pietro Corradi e conclusa nel 1975. La struttura dispone di oltre cinquanta posti letto, è sede di corsi di esercizi spirituali nonché meta di vacanza estiva per molti gruppi di giovani.

Accessibilità

E’ possibile parcheggiare l’auto nel piazzale antistante il santuario, pavimentato in terra battuta e ghiaia. L’ingresso ha un’alzata scalino interno di cm 6. La navata è visitabile senza difficoltà, mentre per arrivare alla cripta, che ha l’ingresso posto dietro all’altare, ci sono circa dieci gradini. Accanto al santuario c’è un Centro d’Accoglienza con camere che hanno servizi igienici fruibili, ma non attrezzati per disabili; per l’utilizzo bisogna chiedere le chiavi al custode della struttura.

Galleria

Mappa

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